La pubblicazione del nuovo protocollo FIGC per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 ufficializzato in data 10 gennaio 2022 sembrerebbe evidenziare il benestare alla pratica sportiva dei soggetti non vaccinati all’interno dei centri sportivi.
Il documento riporta infatti una tabella riassuntiva delle regole per lo svolgimento delle attività nella quale – sia per la zona “bianca”, “gialla” e “arancione” – è riportato: “Allenamenti individuali: consentiti liberamente, anche nei centri sportivi (purché all’aperto e senza uso di spogliatoi)“. Resta ovviamente fermo il possesso del certificato di idoneità sportiva.
Ma cosa si intende per attività svolta in forma individuale? Il chiarimento lo fornisce il Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso le specifiche FAQ, il cui ultimo aggiornamento risale al 14/01/2022: “Si intende l’attività sportiva o motoria svolta anche in più persone, ma senza contatto tra loro. Possono essere svolti in forma individuale allenamenti relativi a sport di squadra o di contatto“.
Ulteriori specifiche sono riportate anche nelle “Linee guida per l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere” (aggiornamento 10 gennaio 2022) redatto dallo stesso Dipartimento per lo Sport.
Nell’allegato 4 sono riportate le disposizioni che si applicano “per la pratica in sicurezza delle attività sportive individuali, di contatto e di squadra da svolgersi all’aperto (in centri / circoli / impianti sportivi e non), ove
consentite dalla norma”.
“Anche all’aperto – si legge nel documento – deve essere garantita la distanza di almeno 1 metro tra gli operatori sportivi (praticanti, docenti, discenti e altro personale di supporto o persone presenti). Inoltre, saranno da valutare diverse distanze interpersonali tra gli atleti in fase di attesa. Non è necessario utilizzare la mascherina durante lo svolgimento di attività sportiva, anche a livello amatoriale, all’aperto. Qualora si tratti di un’attività sportiva individuale (corsa, maratona, ginnastica, ecc.) è raccomandato il rispetto del distanziamento di almeno due metri. Al termine dell’attività sportiva, individuale, di squadra, di contatto, è necessario, ove richiesto dalla normativa, indossare la mascherina e assicurare il distanziamento interpersonale previsto dalla normativa. Qualora l’attività sportiva venga svolta in spazi all’aperto di palestre, centri e circoli sportivi, si applicheranno le disposizioni generali del presente protocollo (sia per gli accessi che in relazione agli spazi al chiuso, quali spogliatoi, zone ristoro, transito, ecc.), mentre per le discipline sportive si applicheranno, ove opportuno, anche i protocolli delle diverse Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate o Enti di Promozione Sportiva”.
Una possibilità, quella che sembrerebbe concessa ai soggetti non vaccinati, che nella pratica appare tuttavia di difficile applicazione per i club dilettantistici, spesso costretti ad operare in spazi limitati e con staff composti da un solo allenatore. Riuscirebbero a garantire lo svolgimento degli allenamenti in forma individuale per tutti gli atleti (limitando così i possessori di green pass rafforzato nelle attività tecniche che sarebbero loro consentite)? Riuscirebbero a organizzare sedute ad hoc per i membri non vaccinati della squadra? Un guazzabuglio di permessi e divieti che continua a mettere a dura prova il mondo del calcio giovanile e dilettantistico.