Intervenuto questa mattina al “Festival Seta” l’ex C.T. della Nazionale campione del Mondo 2006 ha affrontato vari argomenti della sua esperienza asiatica
Grande cornice di pubblico questa mattina al museo del Tessuto, sede della conferenza “La Cina e il calcio: tra passione e business“, intervista-evento a Marcello Lippi, plurititolato allenatore italiano. Tra i presenti anche il Sindaco di Prato, Matteo Biffoni, e l’Assessore allo Sport, Luca Vannucci.
“Nel 2012 cominciai la mia esperienza in Cina – ha raccontato l’ex C.T. della Nazionale Italiana – e nessun club di Serie A e B aveva il settore giovanile, ma solo le squadre B che annoveravano giocatori aventi un’età media di 25 anni, con un modesto livello tecnico, e che io non facevo mai giocare in prima squadra. Dicevo loro di andare in Serie C a fare esperienza ma nessuno si muoveva perché ai giocatori delle squadre B venivano pagati i premi vittoria come a quelli della prima squadra e noi vincevamo molto spesso…”
Dopo tre anni di successi sulla panchina del Guanzhou Evergrande mister Lippi approda al comando della nazionale asiatica: “Il boss del Guanzhou – ricorda il tecnico viareggino – che era nella consulta nazionale dei cento più grandi imprenditori cinesi, mi convocò e mi disse che il governo gli stava chiedendo di farmi andare ad allenare la nazionale e lui non poteva dire di no al governo. Gli risposi che solo con calciatori cinesi non si sarebbe vinto nulla, a differenza del club in cui c’erano 5 stranieri molto forti, fondamentali per i successi della squadra. Lui replicò che anche la crescita del movimento avrebbe rappresentato una vittoria e così cominciò quell’avventura, durante la quale furono create anche le varie rappresentative giovanili. Coinvolsi persino Renzo Ulivieri (presidente Associazione Italiana Allenatori Calcio, ndr), il quale si occupò di avviare un percorso di formazione per gli allenatori di giovani giocatori, fondamentali per la creazione dei calciatori di domani”.
Stuzzicato sul suo futuro, l’ex allenatore della Juventus non si è nascosto: “Quella dell’allenatore è una carriera chiusa, non mi interessa più. Ho rifiutato anche nazionali importanti come Colombia e Russia. Se ci saranno proposte per altri ruoli, come ad esempio il Direttore Tecnico, le prenderò in considerazione, altrimenti va bene così. Ci sono già stati dei colloqui al riguardo con la FIGC, vedremo se riprenderanno…”.
Un curioso aneddoto, infine, Marcello Lippi lo ha regalato rispondendo ad un tifoso juventino: “Se la Juventus ha pensato a me? Qualche anno aveva pensato a me, ma non come Direttore Tecnico, qualcosa di più… Prima di Andrea Agnelli i bianconeri avevano pensato a me per la presidenza, ma davanti alla disponibilità dell’ultimo degli Agnelli era giusto procedere all’interno della famiglia. Una famiglia alla quale sono peraltro molto legato”.